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DSA e concorsi pubblici
Con l’approvazione, avvenuta in via definitiva lo scorso 5 agosto alla Camera dei Deputati, del Disegno di Legge di conversione del Decreto Legge 80/2021, noto anche come “Decreto Assunzioni”, le persone con DSA potranno presto usare gli strumenti compensativi nei concorsi pubblici indetti da Stato, Regioni, Comuni e dai loro enti strumentali.
Nel testo di Legge è stata inserita una disposizione che «prevede per tutti i candidati con DSA nei concorsi pubblici la possibilità di svolgere la prova in modalità orale anziché scritta o di utilizzare strumenti compensativi per le difficoltà di lettura, di scrittura e di calcolo, nonché di usufruire di una maggiorazione di tempo per completare le prove. Tutte queste misure, in linea con quanto disposto dalla Legge 170/2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in àmbito scolastico), dovranno essere specificate esplicitamente nei relativi bandi di concorso. Entro tre mesi dall’entrata in vigore del suddetto Disegno di Legge verranno definite le modalità attuative della norma, attraverso un Decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali».
La norma è passata quasi inosservata, in questa estate bollente, ma rappresenta invece una grande conquista per le migliaia di giovani con disturbi specifici dell’apprendimento fino ad oggi discriminati nelle fasi selettive dei concorsi.
«Il Parlamento italiano ha approvato una normativa che segna un passo fondamentale nella promozione dei diritti dei dislessici, in ambito lavorativo», si legge nel sito dell’AID (Associazione Italiana Dislessia).
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Leggere e scrivere: un’invenzione umana
L’acquisizione delle competenze di letto-scrittura che avviene nell’infanzia spesso risulta un percorso spinoso che non porta al raggiungimento degli obiettivi didattici attesi: questa mancanza è quasi sempre indice di una difficoltà di apprendimento (dislessia, disgrafia, etc).
Una scuola pronta e compliante non vede in questo disagio una incapacità ma, semplicemente, una diversa modalità di apprendimento! Sì, proprio così: il bambino che non raggiunge una certa velocità di lettura, ad esempio, non è un soggetto limitato ma, ricordando che le lettere sono un invenzione umana, è corretto dire che accede alla conoscenza attraverso canali diversi da quelli più largamente diffusi.
Ciononostante, mediante opportune strategie di apprendimento, è possibile raggiungere le stesse competenze di letto-scrittura attese; per cui, difronte alle difficoltà di uno studente, non dobbiamo pensare immediatamente ad un limite ma, piuttosto, predisporre un iter didattico adeguato.
Per analogia, potremmo dire che una persona che non sa andare in bicicletta (invenzione umana) ha un limite? No! Perché la competenza naturale e camminare!
Allo stesso modo chi non sa leggere e scrivere (invenzione umana) perfettamente ha un limite? No! Perché la competenza naturale è capire, comprendere, agire!
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